L’effetto priming è un meccanismo psicologico – tanto utilizzato nel neuromarketing – in grado di influenzare la percezione di un prodotto o servizio da parte del pubblico. Ecco come funziona e come applicarlo alla tua strategia di marketing.
Cos’è l’effetto priming?
Ti sarà certamente capitato di passeggiare per le strade e vedere/sentire l’odore di un cibo di tuo gradimento che ha risvegliato in te il ricordo del suo buonissimo sapore . Tornato/a a casa, probabilmente, avrai scelto di cucinarlo nonostante non fosse previsto per cena. Perché è accaduto questo? Per “colpa” dell’effetto priming!
Il concetto di priming è ereditato dalla psicologia cognitiva e prevede l’esposizione di una persona a uno stimolo sensoriale (visivo, uditivo, verbale) detto “prime” che richiama qualcosa che ha già in qualche modo vissuto, anche senza che oltrepassi la soglia della consapevolezza. Ciò fa sì che la persona, incontrando più volte lo stesso stimolo, lo percepisca come “familiare” e lo scelga consapevolmente, adottando un comportamento conseguente.
Il priming può essere:
- Negativo, quando inibisce una determinata risposta dell’individuo;
- Positivo, quando invece ne velocizza l’elaborazione;
- Percettivo, se si concentra sulle similitudini di forma tra il prime e il prodotto/servizio (es. le parole “sale” e “male”);
- Associativo, se utilizza termini oppure oggetti culturalmente associati tra loro (es. cane e gatto);
- Concettuale, quando si concentra su elementi appartenenti alla stessa categoria concettuale (es. forchetta e coltello);
- Semantico, se si basa sulle associazioni logiche o semantiche dei termini utilizzati (es. rosso e fragola);
- Ripetitivo, quando stimolo e risposta preferibile vengono presentati insieme più volte.
Il priming subliminale
Quando il prime è sotto-soglia della coscienza di chi lo riceve, parliamo di “priming subliminale”. I suoi effetti sono straordinariamente potenti soprattutto nel campo del marketing.
Esponendo le persone agli stimoli giusti senza che ne siano consapevoli, puoi richiamare alla loro memoria: emozioni, momenti salienti, stereotipi, sogni, positive esperienze ottenute con l’uso di un particolare prodotto/servizio.
Il priming subliminale nel marketing agisce su tre livelli: motivazionale, comportamentale e decisionale. Nel primo attiva la “voglia” di un sentimento, un’esperienza, un oggetto particolare; nel secondo attiva i comportamenti rivolti al soddisfacimento del bisogno; nel terzo comporta la decisione consapevole verso un determinato prodotto/servizio.
Ma ricorda: tanto più la persona è cosciente del proprio bisogno iniziale, tanto più semplice sarà portarla alla decisione che vuoi tu prenda. Ecco perché è fondamentale che tu conosca a menadito le necessità della tua target audience.
Come applicare l’effetto priming?
Esistono tanti modi per utilizzare concretamente questa strategia di neuromarketing al proprio business. Eccone alcuni.
1. Logo, packaging e grafiche riconoscibili di fatto comportano l’esposizione degli utenti al uno stimolo sensoriale ripetuto: il tuo marchio, la tua identità, le tue soluzioni.
2. Ripetere uno slogan più volte (in video, nei testi, negli audio) espone la tua target audience alla tua promessa, ovvero a ciò che possono concretamente ottenere grazie a te.
3. Proporre immagini e altri richiami per la memoria di scene di vita quotidiana, direttamente collegate al tuo prodotto o servizio, lo renderà irresistibile. Se per esempio vendi bottigliette d’acqua minerale, fai vedere il video o l’immagine di una ragazza che beve acqua fresca in mezzo alla natura (magari mentre il tuo utente cammina in una giornata di caldo torrido).
4. Scegliere colori attinenti all’emozione che vuoi provino i tuoi clienti quando entrano in contatto con il tuo brand, oppure corrispondenti all’emozione principale della tua target audience rispetto al loro problema, significa comunicare inconsciamente al tuo pubblico che: si trova nel posto giusto, tu lo comprendi appieno.
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