COME RENDERE UN BRAND MEMORABILE?

COME RENDERE UN BRAND MEMORABILE?

Nel mare dell’online, dove siamo sottoposti ad una miriade di stimoli al secondo (ma la nostra attenzione ha una soglia più bassa di quella del pesce rosso), dove non sappiamo neanche cosa guardiamo oppure no (ma l’attenzione non consapevole ci dice che comunque recepiamo anche stimoli in maniera non cosciente e anche quando li scansiamo), la vera sfida da porci è:

COME RENDERE UN BRAND MEMORABILE?

Devi sapere che quando si entra in contatto con i brand, si utilizzano i cinque sensi (se sei offline) o – in base al tipo di contenuto – un paio o di più online,

entrare in contatto con un brand, genera sensazioni le quali mandano un input al cervello creando delle percezioni.

Si passa pertanto da una memoria sensoriale, quella iniziale di breve termine che fa scegliere il prodotto sullo scaffale, ad una di medio termine detta memoria di lavoro, composta da ricordi funzionali a compiti pratici e capace di immagazzinare solo 7 input contemporaneamente.

Dopodiché si giunge alla memoria di lungo termine, l’obiettivo del brand. Per arrivarci si possono seguire due strade, entrambe molto efficaci e sopratutto che non si escludono a vicenda, anzi si rafforzano:

  1. Far scaturire un’emozione: l’emozione è un marcatore somatico e cristallizza i ricordi;
  2. Ripetere il messaggio: in questo senso in pubblicità è meglio far vedere più volte un messaggio a poche persone piuttosto che farlo vedere una volta a un pubblico vasto che non lo ricorderà.

A proposito di emozione, si STRAPARLA molto di storytelling, ma non possiamo limitarci a parlare di sé e del suo mondo: bisogna intrattiene, interrogare e far riflettere, discutere di attualità e prendere posizioni.

Allora si che iniziamo a vedere il brand come un interlocutore: ha una storia, un’opinione, dei valori, un “tono di voce”.

Se, poi i messaggi che cogliamo ci danno riscontro della nostra visione delle cose, se ci sentiamo rappresentati e perfino compresi da un brand, a quel punto ne diventeremo sostenitori – oltre che clienti.

Si arriva infine poi al magazzino associativo, dove ci sono i brand specifici rimasti in memoria. Ma come entrare? Il neuromarketing permette di differenziarsi dai leader, concentrandosi non tanto sul prodotto quanto più sul problema del cliente, a cui si offre una soluzione.

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